Dipingeva i volti, e gli occhi
che riflettevano le sbarre e la prigione
senza spiegarne la ragione.
Lui dipingeva le ore
di chi era stato a guardare
mentre lui andava a morire.
Non riuscì mai a piangere,
non si riuscì mai a pentire
perché proprio non riusciva a capire.
Cogliere il pane dalla mano
di chi armato ti tiene lontano
dalla tua vita che in fondo è poco più in là.
Lo ritraeva ogni giorno, invecchiato un poco
per assaggiare la vecchiaia che non avrà.
Gli leggeva la morte negli occhi
ma non la sentiva pulsare forte nel cuore
e lo dipingeva senza capire,
mentre questo lo guardava, senza capire.
Lo chiese a sua madre appena nato,
ed alla fine al suo carceriere
quale fosse la colpa di cui era accusato
entrambi risposero che era nato del colore sbagliato.
Non chiese mai perdono, non chiese mai pietà
a chi rideva nel vederlo sognare la libertà
non chiese mai perdono e mai lo chiederà
a chi lo lasciò morire a metà
della vita che perde
giunto alla fine del miglio verde.
Quanti passi sprecati nella buia prigione
un paio ne sarebbero bastati per essere fuori di lì.
Non avrà indietro la vita, o la sua libertà
ma solo la pelle di un colore diverso che non impallidirà
quando al cospetto di un boia si spegnerà,
con quella pelle di un colore diverso che non impallidirà
quando un giorno da morto, non si alzerà.