È mezzanotte.
Una barca è ferma tra le onde nere.
Solo una luce me la scorge
e scuote i miei pensieri.
Mi dicono essere un natante per la pesca:
è il momento migliore per esplorare
i fondali a quell’ora solo immaginabili.
Quanti pescatori ci saranno,
uno o due? O più?
E la solitudine ha un cuore?
La luna è assente dietro le nuvole;
ciò che avverto è la pienezza
in un silenzio senza dimensione,
nel buio intermittente tra i fanali delle auto.
Ogni baldoria sembra lontana e circoscritta,
come una malattia recentemente guarita,
e l’uomo superficiale non v’immerge
gli aridi sentimenti che lo connotano.
È notte, ancor di più.
Visione panica e irraggiungibile
ai miei occhi rivelata dall’oscurità.
E quella barca muove impercettibilmente
la sua testa, che seguo rapito e interdetto
grazie al faro del piccolo porto.