Settembre tu arrivi da lontano
sento il tuo passo tra le zolle arate
là dove il piede inciampa,
nell'attesa di una lacrima
Porti il giallo alle colline,
e le luci frenetiche alle città,
l'odore di libri e quaderni
negli zaini,
il profumo di frutta già appassita,
nel respiro freddo della sera
spenta di canti,
pallida di scottature
la coda di un'estate che non vuole morire
Il mare si è già ripreso la spiaggia
ha ingoiato la prima fila di ombrelloni,
in un'onda si insinua la paura e la poesia,
file di gabbiani sulla scogliera
disegnano la linea di un orizzonte senza tempo
Un puntino a riva si allontana,
il mare, con la sua fragorosa risata,
cancella le sue impronte