Luce di un crocifisso
che spargi le mura d'immenso
di ineffabili contorni,
e mancanza, inspiegabile legge del dolore,
grida inascoltata per le Tue valli,
nel palmo il cenere del peccato
del dolore, della pena, del sangue.
Vedo i volti affranti dei miei simili
e tara e peso di lacrime
umido asfalto di dolore
abbraccia il ventre di donna,
altissima nel suo umile tremore,
e il legno muto che ti contiene
infausto cipresso d'angoscia.
Lenti rivi d'anime
cascate grigie di eterno oblio.
Miseria e morte sono le pietre delle Tua dimora
fioca luce, condensa d'atomi
e lieve, lieve il passo dei forsennati
che s'agitano fra le tue campane sorde d'anima.
Altissimo che reggi le fila
trapassami come ossesso
di fragranze di delicati fiori
speme di odorosa santità,
sibilo di uno spiffero.