Le mie vergogne
dinnanzi a te, ho celato,
perché dai tuoi occhi
non scendessero lacrime,
ma balsamo di parole.
Da tempo i miei piedi,
s'erano quasi fermati,
coperti dalla polvere,
escoriati dalle asperità,
stanchi del cammino,
e quando le tue mani
dei miei piedi si presero
cura, un nodo al cuore
mi rallentò il respiro,
un pianto come pioggia
mi schiarì la vista,
mi rigò le guance,
lambendo la bocca,
arrivando fino al mento.
Le canne non andavano
tagliate e gettate nel fuoco,
specie se erano vuote?
Ma ora che il calore delle tue mani,
profuma i miei piedi,
canna vuota, più non sono.