Le corse tra le zolle arse,
la terra dentro le scarpe,
l'aria fresca, preludio
di una fine estate,
di un autunno
pieno di colori e di profumi.
Il mio paese aspettava la vendemmia
e noi aspettavamo
di gustare il dolce nettare,
di quei chicchi piccoli e succosi
che si scioglievano in bocca
come caramelle,
il moscato che richiamava
i bambini e le vespe,
occhieggiava dai filari
pronto ad essere staccato,
quando con l'acquolina in bocca
la maestra lo appoggiava sulla cattedra
-a voi descrivere l'aspetto ed il sapore-
restavo ad osservare il grappolo
e con gli occhi lo gustavo.
Tutto oggi è più gonfio
e più invitante d'aspetto,
ma quel sapore insipido di apparenza,
mi lascia l'amaro di un rimpianto
la dolcezza di un
sentimento vero e genuino
che occhieggia ancora
tra i filari di un ricordo
in attesa
di esser colto.