stupirmi con te della beltà più preziosa,
quand'ecco parermi la città tua un suol familiare,
su cui scoprir persino nella pioggia cadente più afosa,
un nuovo abbraccio d'emozioni in cui lasciarsi andare
e rifuggire ogni giorno la torva tormenta, si vera e si astiosa
da socchiuder in pertugi i sensi del cuor nostro lì spalancare
prigioniero quegli attimi ancor piccoli come il mondo, da scintilla paurosa...
talora dimenticandosi del tempo e di questi luoghi, quasi ad imporgli ove passare:
non più nei nostri stanchi pensieri o nel lembo dei viali di questa città chiassosa,
ma solo sotto i nostri passi timorosi, addensarsi in strade infinite per scampare
al fato tiranno, all'ultima ora, alle nostre dimore, alla stessa cosa:
a quel battito malgrado tutto palpitare, malgrado tutto continuare...