Soffro
il vuoto spinto
con una mano
mi raccolgo in fiori
mi gratto il capo
ma non vinco
no anima
viva
attorno
ma solo feste danzanti
di bulbi piliferi
rivendicanti forze insurrezionali
Nessuno apre
Allora sollevo
lembi di testa
come lenzuola
e m'infilo
bighellonando tra le mie spire
Ma un' arteria, seccata mi insulta
e inciampo
su un nervo garbato
che seduce da un trapezio sbilenco
e là dove punto un indice
mi abbandona
Squittisco in un angolo
scaldandomi a un falò di piume ribelli
ma da qui vedo una luce,
la luce...
si svela la luce
Dalla narice
mi affaccio e su un labbro
troppo spiovente
Sovente
si rischiano brutte cadute
Se rido mi salvo
da questa giungla di peli
E giro
E rigiro in tondo
meglio di una biscia d'acqua,
riprovo
e rigiro in quadro
evitando gli apotemi ostinati
di un'invidiosa figura piana
e risalgo ansimando
un cratere
vuoto
Dove scagliarono
una mente
Rimase
un cratere
profondo.