Sto bene
e il mio bambino interiore
vestito col grembiulino di scuola
dondola serenamente
su di un'altalena
con le corde attaccate
a una nuvola rosa
a trenta metri da terra.
Ad un tratto
un uomo di mezza età
ben vestito
con un borsalino in testa
ed occhiali scuri
mi guarda dal basso
e mi grida
"Bambino, hai visto
l'arcobaleno nero?"
Alla sua domanda
alzo gli occhi al cielo
e sento le mani che lentamente
prive di forza
rapite al richiamo
allentano la presa sulle corde
facendomi cadere nel vuoto.
Prima di toccar terra
dal suolo si apre lesta
una botola grigia.
Ci passo attraverso
ed il mio volo lentamente
da verticale si trasforma
in orizzontale,
rinchiuso in una capsula di vetro
percorro alla velocità del suono
un viale costeggiato da pioppi
che si rincorrono mestamente.
Alla fine del viale
una porta bianca
appare dal nulla
e sul nulla si spalanca.
Vi passo attraverso
e lentamente la mia corsa si ferma
in una stanza bianca
che gira su se stessa
intrappolato tra le pareti
del mio cervello.
Sto bene...