Oceano di piacere.
Lambisce le mie coste,
gli anfratti, dove l'isola si poggia
quando divento all'alba,
pirata nelle tue sfere.
Ingigantisci l'onda,
sommergi ogni fiato
dove fondali azzurri,
di mulinelli astrusi
si legano imperiosi,
sopra gli emersi scogli.
Ma quando giunge sera,
si cheta il tuo sussurro
per far di me la tua sirena.
Sull'eco del mio canto
la spuma del tuo mare
si fa ricamo bianco,
mentre Selene spunta,
dal drappo della notte.
Silenzioso adesso ammanta,
la voce della tempesta
quando le appese stelle,
-stanno a guardare il mare-