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Profuma di Umido
Profuma di Umido
Per voi della Cambogia: possiate tornare a risplendere con noi.
Prigione S-21,
Cambogia, Agosto 2010
Volevo andar lontano,
Da sola, ma con me.
Avevo paura di non sentire più
Il solletichio delle piccole cose,
Come ciocche di capelli castani
Che scivolano sulla fronte con dispettosa eleganza.
Senza pensare, senza chiedere perché.
Ora son qui, per perdermi in questa terra verde,
Per raccogliere pezzettini di me
Che ritrovo sparsi nei campi di riso,
Stanchi ma fedeli.
Verdi ciuffi sorretti da una fitta terra rossa,
Un'acqua sempre presente.
Insieme li sorreggono beati,
Meglio di un tempio scavato in una roccia
Sempre buia, sempre bagnata.
Li chiudo e in alto respiro
Profuma di verde, profuma di umido.
Con calma bacio la natura.
Li riapro e vedo puntini neri
Sparsi e chini.
Lavorano quei ciuffi verdi
Nell'oblio di una polvere lontana.
Volteggio e inizio a capire
Perché questa terra è così.
Mentre io nascevo, loro svanivano.
Quei volti più giovani di ieri ora non piangono più.
Sono volti meno scuri,
Riflessi in uno specchio di terra bagnata
Dal loro stesso sangue
Asciutto e indelebile.
Raccolgo un altro pezzettino di me
Che presto scivola via,
Perché piango le inutili lacrime
Di chi da versare ne ha.
Mi asciugo e vedo,
Nuovi volti che alti sorridono a me
Che ho troppo, ma forse loro di più.
Mi dico: sorridi come fan loro, se riesci.
Poi osserva, raccogli e dissemina
L'aria della loro storia.
A chi non conosce,
Per chi è troppo lontano per vedere,
A chi è troppo preso per capire,
Per chi è troppo debole per accettare.
Diffonderò le urla erose,
Allenterò la stringa delle loro corde,
Ricomporrò parole mai scritte.
Mi userò per restituire
A quei volti un po' meno scuri,
Un pezzettino buono di me.
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