L'aria è ancora impregnata
di quel tuo inconfondibile profumo.
Ti rivedo ancora sull'uscio,
pronta per andare al lavoro:
io mi avvicinavo cauto
per darti un bacio d'addio,
tu ti schernivi, brusca,
"Non guastarmi il trucco!"
dicevi. Io riuscivo soltanto
a sfiorarti una guancia
e accarezzarti i capelli,
quei tuoi capelli a caschetto.
Ti guardavo mentre percorrevi
il vialetto davanti casa:
quelle tue spalle larghe
da nuotatrice professionista,
quei polpacci muscolosi
da corridore ciclista,
che guizzavano al tuo incedere
col piglio autoritario
di una donna in carriera.
Maledetta reminiscenza odorosa
che mi dà alla testa, mi ferisce,
mi lacera le viscere.
Devo dire a Giorgio
di non mettere più
il tuo profumo!