Mi piace pensare che San Pietraccio,
era un omaccione un po' grezzo come me,
alto unoeottanta per cento chili di massa.
Era a Roma (io a Milano) per parlare di quel Tale
che aveva insegnato a soffrire senza peccare,
mentre gli uomini, allora come oggi,
volevano peccare senza soffrire.
La gente gli chiedeva:
A Piè! Che stai a dì?
e Pietro rispondeva:
Ve insegno la follia della croce!
Te possino... San Pietraccio!
Eri grande e grosso ma te la facevi sotto
per paura dei leoni e delle tigri der circo.
San Pietraccio prende una decisione:
Lo sapete mò che faccio?
Me ne torno a fa er pescatore in Galilea.
Roma nun me piace!
Sulla strada per Ostia antica,
trova un Tale che lui aveva già visto da qualche parte!
Disse tra sé:
Ma io quell'omo l'ho già visto da le parti mia.
Me lo ricordo, me diceva tante belle cose!
M'ha pure cambiato er nome!
Se vede che Simone nun gli piaceva affatto!
Incuriosito Gli disse:
Quo vadis?
ed il Tale rispose:
Visto che nun te piece Roma,
perché tieni paura dei leoni e delle tigri,
andrò io al posto tuo,
tanto m'hanno messo a morte già 'na vorta!
San Pietraccio disse allora:
Mò si che capisco tutto!
No, no Signore tornatene pure in Paradiso,
che mò la faccio io la parte mia!
Tornatosene a Roma San Pietraccio fu messo in galera,
e piangeva da mane a sera.
Chiamò il suo angioletto e gli disse:
E che non vedi? Sono qua tutto solo, vienimi a trovà.
L'angioletto scese dal cielo ed entrò nella cella scura scura,
e disse:
A Piè! T'ho portato i mandarini...