I.
Così decisi che non m'era più necessario.
Mi staccai da quel corpo.
In nuova dimensione
trasparente
assaporavo l'aria
trapassandola
senza attrito,
negando le logiche;
la perfezione d'un niente.
Con funi di vento
trascinai quella carne
oltre l'asfalto agitato,
sino alle vette oròbiche.
Da lì osservavo
quanto nel cielo
un corpo
sa esser sospeso
cadendo.
E come la pelle si freddi
facilmente.
II.
Il leone smosse le sue ali di pietra
latta, organza, sgomento.
Volò nell'istante addormentato.
Con fermezza felina afferrò quella figlia
ingrata, che aveva perduto il senno.