Viaggio per mare su nave sicura
ponte di ferro, gloria di Scienza,
giovane mozzo che cerca avventura.
Lancio la canna e si blocca la lenza,
un'isola è apparsa dall'onda scura,
ribolle il mare per immane potenza.
Un grido mi sorge e punto la mano:
Ma si, certo, è il Leviatano!
Un Mito domato da Nostro Signore,
Imperatore di mostri, Duca dei mari,
nell'Abisso profondo senza luce e calore
avvolge tra spire regni millenari
e conta e riconta dormendo le ore
sognando di un sonno da antifonari.
Anch'io sogno e sento il Canto da Urano:
questa è la voce del Leviatano.
Ma ora non dorme, l'hanno chiamato
Apre le palpebre e nascono aurore
Rizza la coda: il Gorgo è evocato!
Alla gola da fiato con grande furore
e risale l'abisso di bolle imbiancato.
Questa è la forza che evoca orrore
non vi è arma alla pari fatta da umano:
questa è la forza del Leviatano.
Scendo e mi tuffo, il Canto mi chiama
Eoni di pianto in suono di mugolo
è una corte di porci in forma di squama
precipito e cado, lo spigolo è angolo!
È la fine di chi conoscere ha brama
dell'Antico dormiente il riposo malevolo.
Follia è ancella di un sapere sì arcano:
questo è il sapere del Leviatano.
La sua attenzione non è un pregio,
urlo e dispero: è lo sguardo del Cosmo.
Sovrano gentile, mi fa un privilegio
spalanca le fauci: di paura un orgasmo.
La Bocca è la porta del Sacrilegio
d'anime un mare tre fuoco, fumo e spasmo.
Cristo, pietà! Dammi la mano!
Questa è l'essenza del Leviatano.