Ho attraversato il mio stretto,
Su una zattera che ho costruito,
pezzo per pezzo e poi eretto..
Per realizzare il sogno che mi ha carpito
Prima di prendere il largo mi sono detto,
Guardando l'altra magnifica sponda:
anche se la fortuna non mi avesse sorretto,
Non mi sarei rassegnato alla prima onda furibonda.
Io stesso sarei diventato un'onda
E avrei scavalcato ogni montagna d'acqua,
Liberando la mia anima errabonda
Verso la vita e l'avventura proficua
E poi nulla si è infranto,
La zattera rimase intera
La lasciai sulla spiaggia del mio incanto,
Perché servisse a un'altra anima avventuriera.
Passarono gli anni da quel momento
Ma oggi mi guardo allo specchio,
E mi compare quello stretto e quel ribollimento,
Oggi che non ho più un simile sostegno
Guardo fuori e sento,
Nessuno ironizzare e ridere,
Sui fatti che suscitano solo sconvolgimento.
E l'uomo incapace di rispondere
Reagire ispirando al mito della zattera,
Che realizza tutti i desideri,
E i sogni come un'eterna primavera,
Dai volti umani e fieri
E dico io che sono un uomo così piccolo
Dalle diverse storie e identità
Non sono io il magico pendolo
Dove si ricongiungono tutte le umane civiltà