Sono tempesta,
mare che sferza,
-languore e brama di muscoli tesi-
Groviglio di onde
che dalle viscere sale,
riuniti a vortice
in un mulinello,
-carne su carne che s'attorciglia-
e forza che alza
muri e colonne d'acqua.
-E manco son certa
se ancora ti voglio,
o voglia soltanto
quello che c'era. -
Con il vento dei folli
mescolo il cielo alla terra.
Mi credo Nettuno,
e quasi ti sfioro,
mi credo Nessuno,
se non ti stringo.
Incerta.