La grazia di efferati delitti,
osservate! La putrefacente noia
che ci soffoca. Gli stolti editti,
osservate! La truculenta gioa
di questo stormo nichila e vuota.
Osservate! Il rombo accecante
nel cieli plumbeo che il piombo svuota.
Osservate! 'L bieco far d'un brigante
d'un leto Paese morto senz'imprese.
Osservate! Il gaio quotidiano
che precede l'autoimmolazione.
Osservate! Velieri dell'offese
che solcan il vetusto mar d'azione
pleni di volgar torba che invano
noi opponiamo con masse arrese.
Ma fulgida io iscorgo con patia
la bellezza di questo nostro mondo
che sul fondo remparia alla natia
ebbrezza allo stupore, e al biondo
sem d'alborica prosapia, al tutto
ciò ch'accade e pur all'orror del nulla.
No, ganzi sognatori! nessun lutto;
'l frutto secolar non in terra brulla
germinerà, ma fra noi eletti
la rinascenza dell'antica gloria
troverà vita. Ahimé, la realità
si discosta dagl'ideali eretti
dall'ancestrale comune memoria
ch'in noi ritrova la potenzialità.
Di tutto ciò ben àltera si beffa
la divina Elettra e disprezza.
Sophia, Filia in sé s'aggueffa,
e fia d'esse sciabola con cui spezza
con leggerezza le ferree morali
che persin per lo spavaldo ardito
è difficil trapassar. Con strali
saettanti ci trapassa, con invito
sguardo ci trasmette i suoi comandi,
involontari, forse? Ma sorse a noi
il tremendo dubbio e mi domandi
"Mendico? Santo Dio, non siamo eroi?"