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Salomè
Le mie dita scorrono sulla tastiera qual pianoforte,
provocando una sottil melodia,
le mie dita sfiorano le corde di un'altissima arpa,
le mie dita intrecciano i legacci di argentei sistri,
il mio corpo è ormai privo di forze,
la mia mente piacevolmente allucinata,
da te,
divina e maledetta,
Salomè.
Fluida, discinta, solo da sette veli
celata,
i piedi scalzi,
rosse come fuoco le tue lunghissime chiome,
armoniosa dai inizio alla tua danza,
sotto gli sguardi degli attoniti commensali.
Ancheggi, abbracci le granitiche colonne come sbattuta dal vento,
cade il primo velo,
è per Erode il grande, per il suo impuro desìo,
da esso è soffocato il suo già ansimante respiro.
Continua il tuo tripudio,
anche tu come me allucinata
da chissà qual profumo d'oriente,
cade anche il secondo velo,
uccide tua madre Babilonia,
contorta nella sua intimissima lussuria.
Viola è il terzo velo,
il fato lo aveva da tempo riservato al Sommo Sacerdote fariseo,
che di apparenza è vissuto, ed ora morte trova
nella tua abbagliante apparenza.
Il centurione romano, è da tempo ammaliato dalla
sua bramosia,
più non ricorda sua sposa, né sua prole,
trova pace sol nella morte a lui condotta dal tuo quarto velo.
Alla porta del palazzo reale è lo storpio accattone,
nulla ha avuto dalla vita crudele,
sempre come cane alla tavola dei potenti,
per lui dolcissima è morte per aver fagocitato il fatal quinto velo.
Il sesto velo è per il coppiere del re,
che senza pensiero alcuno immerge le sue labbra
nel calice ingannatore dell'istinto,
nel quale è caduto il tuo sesto velo.
Dalla buia e profonda cisterna si odono orribili grida:
"Ravvediti o figlia di Sodoma, lava le tue impudicizie
o sorella di Babilonia, recidi le tue rosse chiome,
offrile qual sacrificio espiatorio sull'altare del Tempio,
perchè ormai è prossima la venuta di Colui che mi ha inviato!"
Giovanni è il nome di quel giovane e possente uomo,
come spine di rovo sono quelle parole per te o Salomè,
ti turbano, ti fanno rotolare convulsa sui marmorei pavimenti,
non le sopporti, sai che dicono il Vero! E solo quel vero ti può
liberare dalla tua bruciante dissolutezza!
"Per me Salomè, per me meretrice, o Battista, è il settimo velo,
con esso mi appendo alla trave di quercia,
vieni però a me o Giovanni, vieni a me disperata,
vieni a me misera e innamorata,
battezzami non con acqua di Giordano,
ma col mio purpureo sangue!"
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