Nella foschia del cammino
fosti luce abbagliante
che l'occhio socchiude
e dissipa i contorni.
Fosti meraviglia incompresa,
inattesa comparsa
ch'agitò il primitivo
attore che ero,
e curioso serravo
palpebre già stanche
del loro vissuto,
ingannando la mente
convinta di vedere;
ma sapevo!
All'abituarsi dell'occhio,
fosti uragano che soffia
e ancor ho cercato
di protegger sguardo ed udito
con dita malferme,
snervate da tempi
arrancati cadendo;
ma sentivo!
In ultimo fosti spada
omicida del drago
che l'uomo fece santo
e che ad una ad una
cadere ha fatto
le teste d'idra
d'un ego corazzato...
ed io morii:
lì vidi te, luce!
Ora rinasco
perduto pargolo d'un era finita;
indifeso fanciullo d'un bosco di fate;
e accanto a te cammino,
o luce,
verso ciò che un giorno
forse sarò anch'io.