Ormai giunti
all'inesorabil mutar della stagione
mi trovi più vecchio di un anno
autunno sì atroce
che mi chiudi l'animo
con le tue fauci
sai rodere il mio io
come cane famelico mai sazio
col tuo vento gelido
sai strapazzarmi come foglia ingiallita
mi togli la vista della gente
che lieta passa sotto casa
all'imbrunir ancor caldo
sei triste e mi intristisci
come gli ultimi fiori
che offri alla vista
e coi quali decoriamo
l'ultima dimora dei nostri cari
che non più proferiscon parola
perché piena han la bocca di terra.
Sarà questa la mia sorte
fratello autunno
sappi però che potrai piegarmi
ma non domarmi
non mi fai paura
son qui ad attenderti
come negli anni passati
e al tuo arrivo
proietto già il mio sguardo
alla ventura primavera
che già vedo come luce intensa
nel fondo della galleria della vita.