Come riordinassi
la scrivania,
debbo far spazio,
tabula rasa nella mente,
riporre nella libreria
i tomi letti,
custodire in una cartellina
i fogli
sparsi qua e là,
separando quelli scritti
dagli altri
ancora intonsi.
Chiudo quel diario
appoggiato sul bordo,
dove, in versi,
scrissi
l'amore della luna
e le sue tre fasi,
che ancora,
ostinata in vane speranze,
tenevo aperto
sull'ultima pagina bianca.
Lo riporrò
nella cassapanca, lassù
in soffitta,
fra violini scordati,
a tener compagnia
agli altri, oramai sbiaditi.
Forse un giorno,
avvolgerò
il filo del dolore
di oggi,
per farne gomitolo
di perdono
e solo allora
avrò il coraggio
di rileggerlo,
con un sorriso di rosa tea
sulle labbra, senza sentire
più le spine graffiare
l'animo.
Ora che è sgombra
la scrivania,
nettata dalla polvere,
c'è spazio
per un nuovo diario.
Scriverò ancora,
in versi d'amore,
le tre fasi della luna.