Non bisogna
dimenticare mai
chi siam stati,
anche nelle vesti
dei nostri antenati;
l'Italia
non è
una torta al cioccolato,
per farla
non c' è stata farina,
acqua e burro
o che so io;
ma il sangue
dei nostri avi,
che andavano
a morire
e non sapevano
nemmeno il perché,
ma per ubbidienza ceca
a chi le redini
tirava,
e purtroppo
tira ancora.
Purtroppo continua ad esserci un cattivo spirito, che si diverte a bruciarmi le stelle, se continua così mi vedo costretto ad abbandonare il sito. Perché continuo a ripeterlo è da vigliacchi questo tipo di comportamento. Intanto per un po' mi fermo.
.. concordo pienamente... hai trattato un argomento attualissimo.. il prossimo anno sarà il 150° anniversario di una nazione che ha visto morire i suoi figli...
Bravo Don!!!!
È da così tanti anni che cercano di mandarci il cervello in pappa che qualcuno dimentica che in tanti hanno combattuto e sono morti per un ideale: l'Italia.
È vero, i più istruiti e benestanti, erano più consapevoli, i più fragili seguivano i primi e basta. Non tutti conoscono per intero il testo dell'Inno d'Italia, che è molto più lungo e ricco di significati del ritornello che si canta (magari mentalmente) il 2 giugno, alle partite di calcio, ecc.
Alcune strofe fanno ben capire che gli ideali del Risorgimento riguardavano un'Italia tutta intera, unita, libera e repubblicana.
< Dall'Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò. >
Bravissimo Don! Oggi si chiede, si chiede (il posto di lavoro, la raccomandazione) ma lamentandosi sempre e per principio.