guardo la tua figurina esile di bimbo
con la maglietta e le scarpe colorate dello sport
i capelli liberi e in volo al sobbalzo della corsa
gli occhi luminosi nel pensiero infinito
ingenue le tue parole di occasioni e di mostri
che compongono il tuo mondo di visione
leggero sospeso ti muovi come un aquilone
al campo collinare di periferia
dal vento di maggio sospinto
guardo la tua figurina esile di bimbo
io che sono canuto e di te nonno
con gli anni di una vita che mi è venuta incontro
inciso nell'animo e nel viso il non facile adattamento
tutto quello che è maturato è però andato
gli eventi della storia comune
le dure vicende familiari
la lunga storia industriale che mi ha fatto ingranaggio
in "armonia" di rumori diseguale
la società di agglomerato in spersonalizzante condominio
io sono fra gli altri miei coetanei
silente il bimbo che era
io sono come te
non conta ciò che nel mezzo è stato
nel computo del passato
ingenue ancora le mie parole di occasioni e mostri
del presente nell'universo inserito
l'aldilà dalla moltitudine muta presidiato
gli occhi luminosi nel pensiero infinito
nel corpo legnoso e già ingrinzito
dal vento di maggio sospinto