Alzare gli occhi al cielo e sprofondarvici,
proiettare figure su rotte inconsuete,
inspirando traguardi di galassie lontane.
Architettoniche torri d'omogenea fattura,
abbracciano tutto opprimendoci il petto,
e l'esistenza assume toni cianotici.
Ma le frodi terrene non bastano ai re,
che spargendo frutti di minerari sudori,
offuscano residui d'orizzonti rimasti.
Il verde ormai stinto si veste di grigio,
l'azzurro preda di inganni globali,
il rosso rubino come addobbo di Gaia.
Speranza allontana le dolci pianure,
il cinico abbraccia trionfi a venire,
non poter replicare è condanna e dolore.