Nell'impossibile, e non meno insopportabile, ordito della vita,
non s'accendono guizzi di luce nell'acqua morta degli stagni,
ma sguardi incarboniti della gente che ti sapeva riconoscere,
con un'iride breve germana del mio declinante guardare,
che già lasciarono i grandi viali della riproduzione,
per appalesarsi soltanto tra nastri di terra coniugati con un unico tempo:
dove il meno di un niente è il tempo dell'improvviso riconoscimento,
ma non prelude all'arrivederci, ma solo all'addio.
E mai ci sarà dato di sapere che farsene