Spirito evanescente di donna scomparsa,
che tormenti il mio sonno ogni notte,
oltremodo bella nel tuo ceruleo pallore,
abbigliata come nel giorno delle tue nozze,
quella sera con lo sguardo mi chiedesti di
danzar con te.
Dolce il tuo passo, leggero come piuma,
ma ti potevo toccare,
non più evanescente eri,
il tuo spirito si rivelava quale ectoplasma,
fluido, scorrevole, passionale.
Scambiammo qualche parola,
il tuo non era un viso,
sarebbe maldetto,
ma un volto velato di tristezza e
malinconia.
Volli accompagnarti,
tu facesti un poco resistenza,
ma accettasti.
Salisti sull'auto, e poi mi dicesti:
"Sono arrivata, abito qui!"
Scesi, ti aprii la portiera,
ti seguii con lo sguardo,
e ti vidi scomparire in quel
che mi dicesti fosse il parco
della tua dimora:
una distesa di croci e innumerevoli lumi!