Un dì di tanti,
camminando su strade piane,
mi trovai davanti
ad un buffo cane
e stupor fu tanto,
ancor ho 'l nodo in gola
quando per incanto
proferì parola.
Parlava solo, nell'avanzata
fiero e sicur del suo dire
e questa è la storia già iniziata
ch'ancor incredulo stavo a sentire:
"Si può esser più stupidi d'un pesce
che nell'acqua sta a respirare,
ma perchè fuor non esce
com'altre bestie da ammirare?!"
"O del gatto detto furbetto
in gir col caldo o l'intemperia
quando potrebbe aver un tetto
sul capo d'una casa seria?!"
Così cianciava la bestia fiera
come recitando un gran sermone
così io chiesi, curioso, qual era
il nome proprio del suo padrone
e quello guardandomi quasi rise
pronto e svelto a soddisfarmi
"È presto detto, il signor Tacoise,
chi altro al mondo potrebbe amarmi?"
Ma or, signori, a svelar l'arcano
della morale di quest'avventura
non v'aspettate da me una mano,
per menti aperte non è sì dura!