Raccontai con le sole parole che tenevo
la sola ombra scialba,
l'ordito con cui ponevo
il mutarsi della notte nella sua alba.
Niente altro che secca scorza,
seguitata a limarsi nella vita,
rappresa su un grumo che chiamai forza,
a racchiudere piuttosto una zolla ignita,
troppo distante si disegna il cielo
da questi rami distesi come manii,
che afferrano l'azzurro telo
come radici sul clivo, di alberi nani.
In quest'ombra che scorgete
non dalla sera appena distesa
ma dalla notte che sono e che già sapete,
l'alba offrirei nell'insidiosa contesa.
Contare su amici sfarinosi come tarme in un foglio
che non alleviano l'odor di canfora,
o tra l'onde alte, sull'umida ombra dello scoglio
che alla mano offre approdo e all'altra ancora