Fa freddo in questa stanza
che ha una finestra senza vetri
affacciata sull'oscuro abisso
del non ricordo
riavvolto, rivisto e rimosso
più volte.
Dalla finestra entra un vento gelido
proveniente dal non io
accompagnato da una perturbazione
nervosa del non passato.
Mi affaccio e vedo
infiniti scalini rossi
discendere a scomparsa
lungo la scarpata
davanti alla quale scorgo
fluttuanti
brandelli di non ricordo
sfuggiti al controllo
della materia grigia.
inizio a scendere
i gradini che sembrano non finire mai
quando strane ombre ibernate
appaiono improvvisamente
lungo la scala.
Ho paura
estraggo la pistola e sparo
ad una di loro colpendola in pieno
ma inutilmente perché
si divide in due ombre più piccole
ma di maggiore terrore
arrivate da un tempo più lontano.
Sparo ancora
ma la scena si ripete ad oltranza.
Inizio a sparare a tutte
preso dal panico
e tutte si dividono e malvage
si avvicinano a me
ridendo forte
e mostrandomi il loro ghigno perverso.
Perdo il controllo
allento la presa e cado
in picchiata gridando
fino all'impatto
e al trapasso
delle pareti di burro
del mio cervello.