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Il Peppe

Il Peppe era un operaio, fisico tosto e calli sulle mani,
era uno di quelli venuto da lontano.
Lui non conosceva la grandezza di Torino:
le sue vie, la sua gente, le sue nebbie,
perché lui giunse, da un modesto paesino del Gargano.
Lontano è ormai quel giorno... nei cinquanta vivevamo.

Il Peppe, abitava là in periferia, moglie e figli da sfamare,
nei palazzoni grigi e tutti uguali, vicino allo snodo ed alla ferrovia.
A lavorare andava in bicicletta, nonostante che la gioventù,
aveve cominciato ormai ad andare.
Percorreva pedalando le brume e le campagne,
vedendo le stelle ad una ad una ormai svanire.

Sì, s'alzava presto la mattina, prima del suono della sveglia,
un caffè veloce là in cucina,
e via ad indossar la tuta e a salutar la Gina ancora addormentata.
La pedalata però, più non era sciolta, svelta, levigata,
bensì sempre più dura, quasi percorresse sempre una salita.

Eccola laggiù, infin la fabbrica... laggiù in mezzo alla spianata,
a malapena dai lampioni tra la nebbia illuminata.
Grande, grigia, con l' alte mura e con il nero cancello dell'entrata.
Da lontano già s'udiva il suo respiro,
mentre l'alta ciminiera, alzava in cielo un fumo scuro.

Ora il Peppe, è un pensionato del reparto di fucina.
Tornato è al suo paese, in un punto verde del Gargano,
ma ancora s'alza presto la mattina, facendosi il solito caffè,
e sorsando con gusto la tazzina, talvolta il suo pensiero lassù
con nostalgia ritorna,
e mentre la Gina ancora dorme, ricorda il pedalare tra la bruma e le campagne, e lo svanire delle stelle ad una ad una.

 

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8 commenti:

  • Anonimo il 15/05/2011 15:00
    bellima questo racconto che racchiude la vita di di uno dei tanti "Peppe" ... che hanno sacrificato una vita per il lavoro... intenso sentito nostalgico... complimenti, come sempre Bruno...
  • rainalda torresini il 31/10/2010 11:05
    bella descrizione della vita vita di un emigrato che alla fine fa ritorno nella sua terra d'origine dove la nebbia fa posto al sole e la nostalgia della bruma (strano a dirsi) si fa ancora sentire...
  • loretta margherita citarei il 29/10/2010 21:22
    sempre splendidi i tuoi versi
  • laura marchetti il 29/10/2010 17:22
    bella... certo che quella misera pensione ce la fanno sudare... colori e sapori di una vita vestita di fatiche sfumature di rimpianti, fotografie dell'anima... splendidamente Bruno
  • Anonimo il 29/10/2010 17:14
    Bella descrizione di un'Italia che forse non c'è più;l'Italia descritta nei film del neorealismo. Sempre bravo, Bruno. ciao
  • Anonimo il 29/10/2010 13:29
    uno spaccato di vita onorata... molto bella e vera!...
  • bruno guidotti il 29/10/2010 12:49
    Grazie Giacomo, per la tua sensibilità.
  • Giacomo Scimonelli il 29/10/2010 11:19
    e che dire Bruno... semplicemente versi stupendi... descrizione magistrale di ciò che fu... bravissimo

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