Di te novembre amo il debole sole
che a stento s'incunea
tra i filari denudati
e grondanti nostalgie
di festeggiate vendemmie.
Di te amo il tiepido vento
che filtra tra le fronde degli agrumeti,
intriganti e complici ad ingrossare spicchi,
come turiboli di liquido sorriso
della dea Cerere.
Amo la zolla rorida di brina
che al mattino s'imbeve
come biscotto dorato nel tiepido
raggio affacciato
tra le balaustre del giorno.
Di te amo il profumo del castagneto,
il suono dei passi sul tappeto
di foglie porporine
che ridono scricchiolando
come fossero fanciulle sbarazzine.
Di te talvolta amo
quel sole gagliardo, vetusto e generoso
quasi fosse un vegliardo
che ama sostare pensoso
sul suo affabulante limitare,
e rimirasi intorno
in cerca di qualcosa da stupire,
in cerca di qualcuno da scaldare.