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Meriggio

Desidero talvolta sugli argini della strada
fermarmi e non assecondare il passo
che tra amare e polverose strade
arrotola la corsa in un perenne arrivo.
Guardati da un luogo qualunque
le campagne limitate da muri di pietra
segnano ruvide e possenti architetture.
Campi di fieno interrotti da un luccicare d'ulivo
e dallo stridere verde di note di mandorlo.
Inseguo sulle linee dell'aratro
la legge severa della terra
che l'informe zolla smuove e rimuove
nella lenta condanna d'un lavoro povero.
Sento il brontolio d'un motore di trattore
che dal paese viaggia verso gli incorrotti poderi
e macina polvere e sudore
che sconcordano i miei pensieri.
E guardo ora il contadino alla guida
la sua faccia ha i colpi del sole
e l'erratica forza delle stagioni.
Rapido gira su un viottolo non erbato
e come scintilla dalla ruota intrisa di terra
scatta un ciottolo con affisa
una margherita che al desolato meriggio
mi restituisce in umiltà.
Altro non sono che favilla d'un ciocco
che null'altro significato può avere
che ardere e bruciare il propio tempo

 

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2 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Ferdinando il 08/10/2016 08:03
    apprezzata... complimenti.

2 commenti:

  • antonio imbesi il 18/04/2011 19:50
    la definirei attraente, ossessivamente descrittiva
  • laura marchetti il 02/11/2010 17:59
    SEI UN FUOCO ALLO STATO PURO... LUMINOSE DESCRIZIONI

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