L'inverno alberga nel cuore.
S'ode lo spezzare dei rami secchi,
il fischio del vento terrorizza l'inquietudine dell'esistenza.
Nel giardino, di mattina, solo zone d'ombra.
Osservo una rete sottile: ragnatele di rugiada
che si stendono qua e là fra i cespugli.
Sento freddo.
Non capisco.
Cosa mi tormenta?
Oh Madre, stella mattutina, riscaldami!
Tienimi stretto.
Consegno a Te questo cuore ferito, serbalo!
Vorrei che la luce non fosse luce
e nel buio e nell'acqua
ritornare a Te,
in Te.
Agli albori del Tempo.