Incido il tuo nome
con il ferro caldo
del mio tormento.
Sillaba dopo sillaba
piegherò d'indifferenza
radici strappate.
Incido i miei sogni,
scavati con le unghie
del tempo perso,
ma ti rincorrerò
ancora un po'
in fiori sboccianti,
li porrò poi appesi
vicino al tuo essere amore
che ha il tuo nome,
non per piangerti
ma per dimenticarti
come al risveglio
che allontana agitati sonni
e si immerge in ore concrete
confondendo pensieri
da ogni vano desiderio di te!