Fissai alla luce il tuo profilo,
perché potessi riprodurlo
nel vuoto della mia penombra.
Ogni volta che profetavi parola,
la tua beltà s'accendeva
e la mia bruttezza s'ingigantiva.
Tolsi il sonno ai miei occhi,
duramente allenai le dita,
un bel vestito, dovevo farti.
Una morbida stoffa scelsi,
ché non ostacolasse i tuoi menti,
ti coprisse le grazie,
ma che lasciasse trasparire il cuore.
"Non sei un sarto! Sei uno che
appiccica i pezzi di stoffa!"
Che vergogna, di fronte a tali accuse,
e se fosse invidia?