Sembrava primavera
l'aria di un tiepido autunno,
suonava mesta la campana
il suo canto,
la rosa si aggrappava al cielo
e a quella finestra muta,
in un pomeriggio lucido,
di ricordi e di pianto.
Osservava attonita
il tuo silenzioso saluto,
c'erano tutti quelli rimasti,
i tuoi compagni di una vita,
di un giro di valzer, di carte,
di una banda,
nella piazza vuota.
Erano lacrime,
le foglie staccate dal vento,
nel cielo volavano lievi,
le note di un rimpianto.
Il profumo dei tuoi gerani
aveva già
messo radici,
di quella favola capivo,
che non esisteva più una fine...
Scendeva la notte,
ma dei suo occhi
non avevo più paura...