A Firenze la mattina
l'angoscia per chi guida
e l'è continua,
perché i' traffico s'annida.
In un sol punto spesso si concentra,
guai a chi in centro s'addentra.
Se tu prendi Via Alamanni;
sei avvisato! Saranno danni.
Prima dell'arrivo alla Stazione
ti sfugge a lavoro ogni occasione,
ma tu c'hai i' tempo per controllare ogni particolare,
ogni striscia, ogni buca e ogni segnale.
Non devi avere fretta,
ad ogni semaforo immensa coda t' aspetta;
hai passato lavavetri e ridondanti manifesti,
arrivi lì e come per magia t'arresti.
Almeno e tu c'hai i' tempo di pensare,
e tu pensi: "In quest'ora e potevo andare a i' mare"
L'è bella Firenze ma l'è piccina
e ci son troppe presenze.
Troppi permessi finti e troppe vecchiette,
che parton per far la spesa già alle sette.
Del resto, un ce lo dimentichiamo
di Firenze è l'antichità che amiamo.
Incredibile! Come per magia,
passano camion, macchine e tramvia,
e tutto ciò è concentrato nello spazio
che sarebbe riservato ad una sola corsia.
Passa l'ambulanza a sirene spiegate,
inutile prendersi a manate;
"Perdete ogni speranza voi
che l'ambulanza chiamate".
Ma c'è una cosa
di Firenze particolare
e gl'è i' moderno che all'antico
si va a mescolare.
Infatti la magia la unnè finita.
Nella corsia preferenziale della Sita
passa disperato un poero fiaccheraio,
gli sembrerà d'entrare in un focolaio.
Insomma fiorentini usiamo i' cervello,
di' volante sulle mani e ci sa i' callo,
poi se un vi interessa icchè penso,
pensate almeno a qui' poero cavallo.