"Il mare rabbioso
le ondate spumeggianti
gli scogli sommersi
riaffioranti sommersi di nuovo.
E c'era quell'intrico di stradine in salita
buio solitario risonante
dei tacchi sul selciato.
Il lamento degli alberi
sbattuti dal vento
che frustava i nostri visi.
C'erano le nostre risate attutite
nell'abbraccio dei nostri corpi infreddoliti.
E c'era l'amore
come un miracolo rinnovato
nel mio cuore!
Stretta a te
il mare urlava furioso
e le onde si frangevano sugli scogli
in mille bollicine frizzanti.
Ci siamo fermati
in quello spiazzato
-Ricordi?-
sospesi tra Cielo e Terra
appoggiati alla ringhiera
sull'orlo del precipizio
rannicchiati l'uno contro l'altra
a lasciarci frustare dal vento.
Pazzi!
Ma era un miracolo da lassù!
Sotto di noi il mare
si dibatteva furioso
schiumava di rabbia
e sopra di noi il Cielo
assurdamente stellato, immobile.
La Luna più luminosa di Sirio.
Noi due
tra Inferno e Paradiso
tra Sacro e Profano.
Cos'era più facile?
Avevo voglia di Cielo
più di quanta ne avessi di Mare.
"Cos'hai?" mi hai chiesto.
"Nulla" ho risposto
E il Cielo era sempre più lontano.
Poi mi sono voltata
ti ho guardato
qualcosa mi si è rotto dentro.
E ti ho seguito in quel mondo incantato
dove non c'è nè Sacro nè Profano
dove il Sole accarezza la Luna
mentre la luce si fonde col buio "