Arrivava il circo
con i suoi pianti,
i suoi sorrisi.
Arrivava una ventata
di libertà,
sogni e stelle volanti.
La carovana piantava
i suoi paletti,
si illudeva di piantar radici
ed io mi illudevo
di volare in quel cielo
fatto di stelle artificiali
e di pagliacci tristi.
Il tempo di un ritmo di tamburo,
al battito del cuore,
una tigre con gli occhi
di un gatto,
un'equilibrista
che si trasfomava
in barista
e tanti sogni
che smontavano le tende.
Si allontanava nella polvere
di un vissuto,
nel colore spento di una
fotocopia,
lasciando il vuoto
di cartelloni già strappati.