Sei seduto immobile e pallido,
ed io ammiro le tue mani ruvide
stanche dal lavoro.
Mentre preparano la tavola,
c'è un freddo che non si riscalda con il camino,
e il tuo bianco diviene piano piano spirito.
Avrei voglia di contare
la tua barba non rasata,
e tanti anni vorrei darti,
quanti ne sono i peli.
Avrei voglia di essere Simone,
ma non mi è concesso di fare la strada.
Chiedo un timido consiglio
ad un quadro raffigurante un Chiodato.
Tu che sei stato un angelo,
e la mia più bella poesia,
te ne vai aspettando il cielo,
mentre una lacrima scorre sul tuo viso,
ed un uccello sobbalza dal davanzale,
andando a cantare una lode a Dio