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Presepe

Portami le zolle di muschio,
chè le pianti su queste grotte di cartapesta,
illuse dall'arsura d'un finto marino;
mostrami il meravigliato pastore
tutto il giorno a specchiare al cielo,
bianco soffitto simulante l'azzurro,
l'ansietà del suo volto di creta in attesa.
Donami il farsi musica delle figure fisse,
fusione di terracotta glissata di stoffe e colori,
in un fluire di corpi
suono e canto verso la ventura:
un coccio di legni dove s'agiteranno
bionde apparenze tra sante genitorialità.
Dimmi quello che non so
di questa sacra ricorrenza,
di un''icona di statue,
risvegliate dall'indifferenza,
in un'animazione cristiana,
strania come il miracolo che esplora,
nel paesaggio segnato
dai confini d'un presepe.
Ancora una volta
mi lascerai muto a guardare
nell'attesa?

 

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4 commenti:

  • ELISA DURANTE il 12/12/2010 08:28
    Una poesia sul Natale "diversa" partendo dall'ovvio: finalmente! Molto piaciuta!
  • Anonimo il 24/11/2010 16:12
    ok!
  • Anonimo il 24/11/2010 06:17
    e scusa le due o al posto delle due p...(devo ancora svegliarmi bene e faccio tardi a scuolaaaaaaaaaaaaaaaa...)
  • Anonimo il 24/11/2010 06:16
    l'aoorovazione ed il piacere della scoperta... sono reciproci!
    (piccola critichina... posso? cosa si può fare per quella ripetizione di "zolle" al secondo verso?
    e se scrivessi solo "chè le pianti su questadi cartapesta"... potrebbe andare?)

    beh, se una cosa mi piace cerco sempre di farmela piacere di più...!

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