Portami le zolle di muschio,
chè le pianti su queste grotte di cartapesta,
illuse dall'arsura d'un finto marino;
mostrami il meravigliato pastore
tutto il giorno a specchiare al cielo,
bianco soffitto simulante l'azzurro,
l'ansietà del suo volto di creta in attesa.
Donami il farsi musica delle figure fisse,
fusione di terracotta glissata di stoffe e colori,
in un fluire di corpi
suono e canto verso la ventura:
un coccio di legni dove s'agiteranno
bionde apparenze tra sante genitorialità.
Dimmi quello che non so
di questa sacra ricorrenza,
di un''icona di statue,
risvegliate dall'indifferenza,
in un'animazione cristiana,
strania come il miracolo che esplora,
nel paesaggio segnato
dai confini d'un presepe.
Ancora una volta
mi lascerai muto a guardare
nell'attesa?