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Piccola Maria
In quel di Messina,
in abito bianco,
rustiche scale risalgo
per ritrovarti, Maria.
Hai vagito per ore,
poi... sei morta;
la mamma mi racconta...
mentre la voce trema.
La mamma ora non c'è;
sento nell'ombra
il dondolio leggero
di una culla.
Sorella...
Ho nostalgia di te,
della famiglia...
Se tu ci fossi stata...
Se tu fossi vissuta,
della vita,
avrei colto il sapore
e le carezze
o quante cose, ci
saremmo dette,
fresche poesie
nell'albo dei ricordi
e quante rose...
lungo l'alberato viale dei sogni!...
Adesso, sono sola...
Fra decrepiti fianchi
alla collina,
muovono i passi verso
il camposanto.
E dagli erbosi anfratti,
come prima,
sento venir l'odore
della pianta
che fu cara al papà.
Sono arrivata.
Dimmi qualche cosa...
Sono cresciuta,
ma il mio cuore riede
al tempo degli studi.
Socchiudo gli occhi;
il buio si dipana...
Mi sembra di sentirti
in un sussurro:
"Sorellina mi senti?
Sono Maria...
La mamma ti vuol dire
di star tranquilla...
Ci rivedremo, non aver
paura..."
O mia sorella,
piccola Maria,
sei ritornata;
mi sei apparsa proprio,
come ti immaginavo.
Così, ti vedo,
nella veste bianca,
con il volto sereno
della mamma, quando,
splendevan gli occhi,
come stelle.
Mi stai dicendo:
"Ci riabbracceremo."
Un dolce bacio,
mentre già la luna,
splende sognando.
Nessuna cosa giace nell'oblio.
Mentre t'abbraccio,
un molto antico verso,
mi dice: "Non dormono le cime
dei grandi monti."
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