Come il vento scuote le punte dei cipressi
E come le nuvole si spostan nel cielo
Ora lui corre, innocente, incosciente
Nel campo.
L'erba, le spighe, le fronde, concerto diretto dall'aria
Sono la melodia del suo incedere giocoso
E sprezzante del futuro.
Sarebbe strano tornar bambino,
Sollevarsi dalle responsabilità del vivere,
Dell'impossibilità di esprimer con la bocca
Ciò che esprimi con gli occhi.
E intanto si ferma,
Incantato dal silenzio del mio sguardo
Che lo osserva da tempo.
Sembra ritornato alla realtà,
Ma anche io voglio perdermi ancora un po'
E gli sorrido.
Come se niente fosse, torna a volteggiare leggero come l'aria
E noncurante come il vento.