Silenziosamente il nulla mi avvolge
scaraventandomi nel profondo incalzante dolore.
Nessuna certezza vive oramai in me,
nessuna speranza colora il mio cuore,
solo la certezza dell'impossibile felicità
primeggia nel mio destino.
Tristezza e malinconia hanno vinto.
Mi lascio trasportare e cullare nel vuoto,
mi lascio andare leggero come una piuma
nel freddo inverno che anche oggi mi ha regalato
incertezza e tanta paura.
Un cenno dal destino adesso aspetto,
un cenno di liberazione dalla sconfitta.
Tremo e prego aspettando la pace infinita,
non vivo più e questa non è più vita.
Ti ringrazio mio Dio ma adesso decido io,
se non respiro più
non ha senso andare avanti.
Rispetto per chi lotta per vivere,
rispetto per il vero dolore,
ma rispetto anche per me.
Senza dubbi e certezze
accetto la mia debolezza ed insofferenza
al continuo dolore.
Il dolore dell'anima fa male
il dolore che non si può spiegare
e nessuno può capire è quello che più strazia.
Non son pazzo e nemmeno irriconoscente,
io adoro respirare la natura e tutti i colori,
io adoro vivere,
ma adesso il mio grido in alto dovevo innalzare.
Un pianto riscalda il mio viso,
viso stanco e spento,
viso alla ricerca continua di un sorriso.
Rivoglio una vita,
mi rialzo sempre dalla sofferenza
e poi nuovamente ricado.
Ma adesso basta,
non un cenno e nemmeno parola possono scalfire
la mia idea di libertà e felicità.
Ed oggi io non conosco pace e serenità.
Forse sbaglio a liberare i miei pensieri,
ma non importa,
se non grido non guarisco,
se il mio urlo resta in gola
sicuramente affondo ed esplodo.
Cari lettori,
cari amici ed amiche
un abbraccio ed un grazie.
Alla prossima se Dio vorrà.
Il mio sfogo anche oggi ho urlato,
sfogo di uomo che senza vergogna alcuna
si spoglia di dubbi e paure,
di incertezze e speranze si nutre
ma poi facilmente nel pianto si tuffa.