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Civiltà

Un tempo era la civiltà dei lavori comuni,
delle grandi guerre campestri
per prevalere sul parente. Delle crudeli ignoranze.
I grossi creduloni si sono incattiviti.

Buoni o non buoni, legami forti e sicuri,
l'ignoranza non mi è mai piaciuta.


E la città. Nei secoli
il timore di mantenere le briciole.
Ora divorano tutto, e goffamente
si attaccano ai parenti.


Io ho sempre vissuto in un altro mondo.
L'ignoranza non è mai piaciuta e
mi sono beato di orizzonti dove potevo.


Mi sono procurato una merce per cui non c'è moneta,
ho conosciuto una lingua che dovrei insegnare,
ho sentito dei legami che vivono solitari,
non esiste compagno.

Questa civiltà che apre orizzonti, dà passaporti,
mi ha reso un apolide.

 

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2 commenti:

  • tabellina il 24/05/2013 14:33
    Non sei apolide, e' la tua citta' che non ha confini...
  • loretta margherita citarei il 18/12/2010 20:38
    bello rileggerti dopo tanto tempo, bella poesia