Entrato son di certo in altra era
lavoro, leggo e scruto la natura
vivo con la famiglia e ben si spera.
I dolori non mi provocano arsura
più non assilla il tempo la mia vita
più non mi riconosco in vita dura
di più qualcuno a leggere m'invita;
Giovanna mi dice che son matto
ed anche ben avviato in dipartita.
Ciò però non mi trova distratto
tranquillo mi sento e pur felice
mi muovo silenzioso come un gatto
prim'attore non sono e manco vice
neppur vedo più la mia persona
ma per nulla m'impegna ciò che dice.
Mi dice pure ascoltami e ragiona
che non si vive osservando e leggendo
devi ritrovar chi t'impersona;
intendo ben ciò che mi sta dicendo
distogliermi vorrebbe dalla nuova
ma nella nuova non vado piangendo.
L'anno duemilaquattro mi ritrova
con Giovanna in spirituale crisi
e in quest'agosto caldo l'uovo cova:
per ritrovarci ora insieme ad Assisi
ben ascoltando Ignacio Larranaga
e in seguito rifletterlo dai visi.
È ben che ho riportato vera paga
santo pregare infatti ho qui scoperto
ma per allontanare idolo e daga:
centrato perfetto m'han l'inferto?
Dal silenzio impostoci con cura
volando mi ritrovo per l'offerto.
Or di capir la Bibbia mi premura
per dedicarmi così all'orazione;
ma nulla quell'impegno mi procura,
quel libro non mi da soddisfazione,
dicevano che avrebbe respirato
essendo strutturato col polmone.
Quelli tutti quanti avrei legato
come le rane vanno gracidando
pazzi sono e niente han mai provato,
ancor non so che vanno dimostrando;
bella resta la Bibbia ed elegante
ma nulla di quel testo va mutando.
"L 'ho considerata come amante
ma quel gracidare ho risentito
senza che si muovesse mai un istante
e senza aver mai nulla percepito
mai neppur felice mi sentivo:
dal non aver forse nulla capito.
Per poco allor di testa non uscivo,
circondato com'ero dal pensare
sempre di meno così m'accudivo
allontanandomi anche dal pregare;
dal pregar che prima non pensavo
che forse non potrò più ritrovare... ."