Come anelli di una catena,
gemme incandescenti
nella più buia delle caverne,
sbocciano parole prigioniere,
sfrecciano come ruote:
Spaccare stanotte,
esplodere ore,
assumere stanotte,
e languire su piume perenni
di giovinezza persa, ma nostra,
non senti il tum tum?
Va giù, giù e sù, sù!
Non smarrire una lacrima,
non tradire un sorriso,
e con la maschera
osservare la linea
prima che giunga la luce,
ad incanto spezzato.