Niente più
regolo
niente inchiostro
nessuna materia
appiccicosa
nessuna bava
sospesa
Voglio il lapis
grafite pura
cromata
non cromatica
matta
La povertà
agogno
quella del bisogno
che dona lustro e lucentezza
giustificabile sostenitore
di questo legno
nel pugno
Anelo
alla dirompenza vibrante
del silenzio
quello
subito dopo l'urlo
tra zigomi di montagne
dalle ciglia bianche
Quella quiete
che contiene tutte
le metamorfosi dell'uragano
che riposa sotto la resina
cristallina
col sole canuto
e bambino
con la luna di mare
Il lavorio
continua
nelle caverne nascosto
si prepara
in ogni tana ha il suo giaciglio
e il suo proiettile
di feltro e humus e clorofilla
Rifugio d'avorio
punto di partenza
il vetro è intatto
osmotica attrattiva
-la mossa del cavallo
è convergenza-