Ti osservo mentre lenta entri nella stanza
Il tuo passo è leggero di attenzioni
deciso nel riempire il vuoto dello spazio.
Lasci all'entrata la borsa di cuoio scuro e maltrattato,
deponi nella terra di nessuno l'ascia di guerra.
Ogni mattina con te, pronta a scannare chi si avvicina alle tue ciglia
Ti osservo mentre ti rilassi a cavallo della sedia
le tue braccia lunghe e diafane sanno di sudore e freddo.
Ti carezzi le caviglie, le tue mani alzano appena la lunga gonna,
ogni giorno la indossi sul tuo corpo, a scudo attorno al tuo corpo
Ti osservo tendere e ammorbidire i muscoli del collo.
Capelli sciupati e ritorti dalle mille scorie della giornata
ora respirano aria che sa di sapone pulito.
Indolente li getti sulle spalle e li spandi,
come velo di giovinetta riprendono vita dando forma al tuo viso.
Fine è il tuo profilo, lame di occhi tagliano l'aria,
guardano ma non vogliono essere osservati.
Denti aguzzi, labbra sottili sorridono appena,
paiono calamite alle quali è impossibile rinunciare.
Denti aguzzi e ambrati, denti ai quali il mio collo si concede.
Come vampiro succhi la linfa per sopravvivere.
Impaurita di non arrivare alla notte successiva senza me
Ti osservo mentre cado nei tuoi occhi ghiaccio
di lato ti porgo il mio collo.
Le tue mani nervose dilaniano la mia pelle
squarciano i miei muscoli.
Aspro e dolce è morire per vivere ogni notte dentro di te.
E ti osservo e mi osservo,
una carne,
una goccia di sangue.
Fragili e ostinati, eterni